OSA: legami tra apnee notturne e obesità

Cos’è l’Apnea ostruttiva del sonno?

All’obesità sono associati disturbi come l’ipertensione, il diabete e le malattie cardiovascolari mentre meno conosciuto è l’impatto che l’eccesso di peso ha sull’apparato respiratorio.

L’apnea ostruttiva del sonno (OSA) è una patologia cronica comune che colpisce circa il 2-4% della popolazione adulta. La condizione è caratterizzata da episodi ripetuti di collasso completo o parziale delle vie aeree superiori (principalmente il tratto orofaringeo) durante il sonno, con conseguente cessazione/riduzione del flusso d’aria1. Gli eventi ostruttivi (apnoea o ipopnea) provocano un’asfissia progressiva che stimola sempre più gli sforzi respiratori contro le vie respiratorie collassate, in genere fino a quando la persona non viene risvegliata2.

La diagnosi di OSA viene effettuata attraverso diversi livelli di monitoraggio notturno dei parametri respiratori, del sonno e cardiaci (polisonnografia o poligrafia cardiaca-respiratoria notturna), volti a rilevare gli eventi ostruttivi e le seguenti variazioni nella saturazione dell’ossigeno nel sangue.

L’indice più comunemente utilizzato per definire la gravità dell’OSA è l’indice di apnea / ipopnea (AHI), calcolato come il numero di eventi ostruttivi per ora di sonno e ottenuto mediante monitoraggio cardiorespiratorio notturno3.

Cause e rischi legati all’OSA

L’OSA è multifattoriale, costituita cioè da una complessa interazione tra fattori anatomici, neuromuscolari e una predisposizione genetica alla malattia: sono inclusi la menopausa nelle donne, l’obesità e una varietà di caratteristiche cranio-facciali e orofaringee come una grande circonferenza del collo, ostruzione nasale, tonsille/adenoidi allargate, macroglossia e bassa morbidezza palato.

Nel corso degli anni, episodi ricorrenti di apnea, ipossia intermittente e frammentazione del sonno influenzano la funzione di diversi organi e sistemi, principalmente il cervello e il sistema cardiovascolare, e alterano l’equilibrio metabolico del corpo4.

La sonnolenza diurna, dovuta alla frammentazione notturna del sonno, è un sintomo chiave dell’OSA, presente in oltre l’80% dei pazienti. Inoltre, molti pazienti possono sviluppare disfunzioni cognitive e neurocomportamentali, incapacità di concentrazione, compromissione della memoria e cambiamenti dell’umore come irritabilità e depressione.

Obesità e sonno sono davvero così nemici fra di loro?

Il momento più critico per l’apparato respiratorio delle persone obese è durante il sonno. Tutti noi quando dormiamo respiriamo meno bene ma soprattutto nei soggetti che sono già affetti da patologie respiratorie croniche o che sono in sovrappeso, può avere conseguenze più o meno severe: in queste ultime infatti il grasso presente nel collo amplifica il fenomeno delle chiusura delle prime vie aeree durante il sonno, trasformandolo in una vera e propria malattia5.

L’obesità può anche causare gravi forme di insufficienza respiratoria con accumulo di anidride carbonica che possono richiedere il ricorso ad apparecchiature che aiutano meccanicamente la respirazione. Le prime manifestazioni della incapacità dei polmoni dei soggetti obesi a eliminare adeguatamente l’anidride carbonica prodotta dal nostro organismo si manifestano durante il sonno, che funziona come un amplificatore di disfunzioni ancora latenti durante la veglia.

Come vengono individuate e curate le malattie del sonno che derivano dall’obesità?

Bisogna partire da una valutazione clinica del paziente, con particolare attenzione al russamento notturno e alla ipersonnia diurna. L’esame strumentale che permette una diagnosi e una gradazione di gravità è la polisonnografia, che viene effettuata applicando un piccolo registratore con diversi sensori che valutano le variazioni della respirazione nel sonno6.

Per quanto riguarda la cura, il primo provvedimento da attuare è in genere l’utilizzo durante il sonno di un apparecchio, chiamato CPAP, che eroga una costante pressione positiva nelle vie aeree così da evitarne la ritmica chiusura durante il sonno. Ovviamente, se si tratta di pazienti obesi dovranno essere intraprese strategie di controllo della alimentazione e di implementazione di stili di vita finalizzati a un calo ponderale, fino a considerare, nelle situazioni di severa obesità refrattaria, il ricorso alla chirurgia bariatrica.

NOTE
  1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11699234, “Sleep-disordered breathing. A view at the beginning of the new Millennium”, C. Guilleminault, SD. Quo.
  2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4549693/, “Obstructive sleep apnoea syndrome and its management”, L. Spicuzza, D. Caruso, G. Di Maria. 
  3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23066376/, “Rules for scoring respiratory events in sleep: update of the 2007 AASM Manual for the Scoring of Sleep and Associated Events. Deliberations of the Sleep Apnea Definitions Task Force of the American Academy of Sleep Medicine”, RB. Berry, R. Budhiraja, DJ. Gottlieb, D. Gozal, C. Iber, VK. Kapur, CL. Marcus, R. Mehra, S. Parthasarathy, SF. Quan, S. Redline, KP. Strohl, SL. Davidson Ward, MM. Tangredi.
  4. http://www.giornaledicardiologia.it/r.php?v=566&a=6710&l=9350&f=allegati/00566_2010_06/fulltext/02_06-2010_453-459.pdf, “Legami fisiopatologici tra sindrome delle apnee ostruttive notturne e sindrome metabolica”, G. Mignai, 08/11/18.
  5. https://www.gavazzeni.it/news/lobesita-e-una-grande-nemica-del-sonno/.
  6. Ibidem.

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